Migranti a Ventimiglia: il reportage
10 anni di frontiere chiuse tra Italia e Francia. Vi riproponiamo l'articolo del 2023 di Borsa e Girardello
Sono dieci anni che le frontiere tra Italia e Francia, a Ventimiglia (Imperia), sono chiuse. Nonostante la sospensione del trattato di Schengen da parte di Parigi, sono in tanti i migranti che provano a varcare il confine. E 49 di loro, dal giugno 2015, hanno perso la vita: 28 sono morti provando a entrare in Francia, 21 invece sono rimasti vittima delle condizioni di vita sul territorio. Giovedì scorso Antonio Suetta, vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo ha chiuso i due giorni di preghiera interreligiosa al confine tra Italia e Francia con queste parole:
“Siamo qui alla frontiera di Ventimiglia, dove tante storie si spezzano, memoria viva e grido profetico: non più morte e respingimenti ma accoglienza, giustizia e umanità. (…) Fa’, Signore, che nessuno sia straniero su questa terra che tu hai dato a tutti”.
Un evento realizzato grazie alla rete “Mosaico di Frontiera” e alla Caritas locale accanto al memoriale delle vittime della frontiera opera dell’artista Michelangelo Pistoletto, tra l’altro candidato al Nobel per la Pace 2025 con una candidatura presentata dalla Fondazione Gorbachev. Durante l’iniziativa a Ventimiglia sono stati letti i nomi, l’età, la provenienza e le circostanze dei 49 morti lungo il confine.
A questo proposito vorremmo riproporvi il reportage realizzato, nell’estate 2023, da Tito Borsa e Giulia Girardello. Tito Borsa aveva iniziato a occuparsi della questione dei migranti di Ventimiglia nel 2018. Nel 2023, con Girardello, ha voluto tornare nella cittadina di confine per osservare eventuali cambiamenti avvenuti nei 5 anni precedenti.
Ventimiglia: i migranti per strada in attesa di varcare il confine
agosto 2023
Il mercato, in un venerdì di fine agosto, paralizza Ventimiglia. Nonostante il caldo torrido, i bar e le strade sono piene di turisti francesi che hanno oltrepassato il confine per fare qualche affare o per passare semplicemente una giornata diversa. C’è chi può passare il confine e c’è chi non può.
Nella prima estate del governo Meloni il copione a Ventimiglia è lo stesso degli ultimi anni: da una parte il turismo spensierato, dall’altra la disperazione dei migranti che cercano di attraversare il confine per andare in Francia.
Horror vacui
Quello che va quotidianamente in scena a Ventimiglia è uno spettacolo angosciante con decine di persone senza passato e senza futuro, che riempiono le loro giornate unicamente con la speranza di riuscire a passare quel dannato confine.
Il loro passato non ha importanza in questo momento e il loro futuro è appeso unicamente alla possibilità di riuscire ad arrivare in Francia.
“È umano questo?”, si chiede una ragazza che approfitta dei cespugli sulle riva del Roja per avere un po’ d’ombra. È umano questo?
La spiaggia e il fiume Roja
Chi scrive se n’era già occupato nel luglio 2018 e in cinque anni la situazione non è cambiata. La spiaggia e la foce del fiume Roja sono tra gli spazi in cui i migranti trascorrono le loro giornate, nonostante le temperature proibitive degli ultimi giorni. A inizio agosto il sindaco leghista di Ventimiglia Flavio Di Muro, attirandosi le critiche anche di Michela Murgia, aveva istituito un servizio di vigilanza privata per impedire ai migranti di utilizzare i bagni e le fontanelle dei cimiteri.
L’amministrazione, dopo la morte per annegamento di due migranti lo scorso giugno, ha sgomberato e transennato l’area della foce del Roja utilizzata come accampamento informale, ma il risultato è stato unicamente quello di spostare il problema, come se i migranti potessero sparire soltanto perché non trovano più spazi per loro.
La verità è che la situazione è esattamente la stessa del 2018: sono decine i migranti che dormono per strada o in spiaggia e che si affidano alle associazioni (Caritas, Diaconia Valdese, We World e Save the Children) per avere pasti e assistenza.
La rotta verso la Francia
Da Ventimiglia i migranti hanno varie opzioni per cercare di arrivare in Francia. Possono provare a superare il confine attraverso gli scogli, lungo i binari del treno (sono in tanti quelli che sono morti investiti in una galleria), attraverso i boschi rischiando di cadere in uno dei tanti crepacci oppure lungo l’autostrada, magari riuscendo a pagarsi un passaggio in macchina.
“Non so ancora come, ma io in Francia devo arrivarci”, ci dice uno di loro, mentre guarda il mare sulla spiaggia di Ventimiglia. La sua famiglia, ci racconta, abita nel Regno Unito e lui vuole assolutamente raggiungerla, anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita.
I migranti che dormono per strada o in spiaggia a Ventimiglia stanno solamente aspettando il momento opportuno per cercare di superare il confine. E c’è anche chi ci ha provato diverse volte, venendo puntualmente individuato dalle forze di polizia francesi. Ma è ancora lì, sulla spiaggia, per riprovarci.
I controlli a Menton Garavan
Menton Garavan, a un chilometro dal confine con l’Italia, è una piccola stazione con solo due binari. Una microscopica realtà ferroviaria che è diventata famosa perché lì quasi ogni treno proveniente dall’Italia viene minuziosamente perquisito dalla polizia francese alla ricerca di migranti.
Da ogni treno ne vengono fatti scendere almeno due. Davanti ai nostri occhi un ragazzo è stato fermato dalla Polizia Nazionale per poi essere probabilmente trattenuto per una notte in uno dei container di cui parla Medici Senza Frontiere in un report di inizio agosto. In questo documento si parla di detenzioni arbitrarie in container che si traducono in condizioni di promiscuità e di pericolo per donne e minori, con scarsità di cibo e acqua e servizi igienici inadeguati.
Secondo la ricostruzione di Medici Senza Frontiere, ai migranti è stata spesso negata un’assistenza medica e le persone sono state costrette a dormire per terra in condizioni di sovraffollamento.
I numeri dell’immigrazione 2023
Sono stati più di 100mila, secondo i dati del Viminale, i migranti sbarcati in Italia nei primi 8 mesi e mezzo del 2023. Senza contare chi poi è arrivato nel nostro Paese via terra. Numeri in pesante rialzo: nello stesso arco di tempo nel 2022 erano stati circa 48mila e nel 2021 quasi 34mila.
La nuova struttura a Ventimiglia
Il 30 agosto è entrato in un funzione un Pad, un Punto di Accoglienza Diffusa proprio a Ventimiglia. Una struttura dedicata all’assistenza alle persone più vulnerabili che sarà in grado di ospitare dalle 15 alle 20 persone. Un numero assolutamente insufficiente, visto che in queste settimane solo per la sede della Caritas passano ogni giorno circa 150 migranti.