Relazioni che hanno esigenze diverse
Amori difficili: “La nostra coppia è sempre bersaglio dei commenti e dei giudizi degli altri”
Torna la rubrica “Amori difficili”, dove raccogliamo anonimamente le testimonianze dei nostri lettori sui temi dell’amore, del sesso e delle relazioni interpersonali. Non è nulla che somigli a una “posta del cuore”, ovviamente. Non offriamo risposte o soluzioni ai problemi che ci vengono raccontati. Diamo soltanto uno spazio sicuro dove poterli raccontare senza essere giudicati. Abbiamo deciso di inaugurare questa rubrica perché, come pensava già Pier Paolo Pasolini con “Comizi d’amore”, siamo convinti che come vengono vissuti l’amore e il sesso dica molto della società in cui viviamo.
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Qui trovate la settima puntata
“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”, era l’incipit di Anna Karenina di Lev Tolstoj. Io lo parafraserei con: tutte le relazioni si somigliano, ma ciascuna relazione è felice a modo suo. Ho una relazione da un paio d’anni e sono molto felice. Viviamo in città diverse e ci vediamo ogni due settimane, nel weekend. Il fatto che entrambi siamo felici e soddisfatti con questo equilibrio dovrebbe significare che siamo una coppia che funziona, giusto?
Invece no. La società ci deve dire e insegnare qual è il modo giusto di avere una relazione. Non importa che le questioni sentimentali siano le più soggettive possibili. Non importa che ognuno cerchi in una relazione la risposta a dei suoi personalissimi bisogni, che sono ingiudicabili. Poi ci sono anche i rapporti abusivi, ovviamente, ma quelli sono un altro discorso.
La nostra coppia è sempre bersaglio dei commenti e dei giudizi degli altri. Che siano amici, parenti o semplici conoscenti non importa: avranno sicuramente qualcosa da dire. Perché vi vedete così poco? Perché non andate a convivere? Io non ce la farei mai a vedere così poco il mio partner, come fate? Quando pensate a sposarvi? Quando verrà il momento di avere dei figli? È inutile ripetere a queste persone che noi abbiamo le nostre esigenze e che in questo momento non abbiamo la necessità di cambiare le nostre abitudini. Queste domande continuano ad assillarci.
È così difficile capire che ogni relazione ha il suo equilibrio e che nessuno da fuori ha il diritto di giudicare o di dire che cosa è meglio per quelle persone? Se noi sentissimo il bisogno di andare a convivere, o anche solo di vederci più spesso, non pensate che avremmo già preso delle decisioni in quella direzione senza che ci foste voi a dirci che cosa è giusto fare? Per non parlare poi del matrimonio e dei figli, come se ogni coppia di genere diverso avesse soltanto quelli come obiettivi. E se uno di noi non potesse avere figli, pur volendoli, non vi rendete conto che andreste a toccare un tasto dolente con grande superficialità?
Scusatemi per lo sfogo, ma quando ho visto questa rubrica ho pensato che fosse il posto giusto dove poter esprimere la mia frustrazione. Mi sembra assurdo che nel 2025 non si riesca a concepire una coppia di persone che stanno benissimo insieme ma che hanno anche a cuore la propria individualità, la propria carriera, il proprio equilibrio. L’importante, in una relazione, è essere tutti felici e soddisfatti, in un clima di consenso, di rispetto e di supporto reciproco. Le modalità attraverso cui si raggiunge la propria felicità e la propria soddisfazione sono talmente soggettive da non poter essere in alcun modo giudicate. Se la maggior parte delle persone hanno certi bisogni e certe priorità, non significa che questi debbano valere per tutti.